informazioni dal Settore Cultura e Turismo del Comune di Benevento

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sab 11-09-2010 20:00, Teatro Massimo
Blu
  
Prima nazionale

durata 55 minuti

Regia e drammaturgia Valentino Villa 
con Marco Angelilli, Sarah Silvagni, Franca Penone, Stefano Vona Bianchini 
scene e costumi Francesco Mari
luci Gill McBride
collaborazione ai video, Primo De Santis, Luigi Ciccaglione
proiezioni live, Francesco Mancori
collaborazione coreografica, Monica Vannucchi
assistente alla regia, Michele Lisi
tecnico luci, Raffaella Vitiello 


Gilles de Montmorency-Laval barone di Rais, nato a Machecoul il 10 settembre del 1404, l'uomo più ricco della Francia medioevale, ossessionato dalla bellezza e dal lusso, occultista, alchimista, protetto dalla Chiesa francese, ha ucciso, ogni volta dopo inaudite forme di stupro, più di duecento bambini ed adolescenti maschi, pratica che aveva iniziato nel 1432 per soddisfare il suo sadico piacere sessuale. Morì sul rogo. Pochi decenni dopo la coscienza popolare, per trovare forme sostenibili di racconto della storia di Gilles de Rais, lo trasformò in Barbablù; sostituendo ai bambini sette mogli inconsapevoli ed innocenti.

Gilles de Rais, secondo la definizione di George Bataile, è 'il più grande criminale della storia dell'uomo'. Gilles de Rais, Barbablù, la violenza sugli innocenti, modernamente etichettata come pedofilia, la religione come alibi, le nebbie e le colpe di ogni Chiesa, la violenza sulle donne, l'innocenza della vittima, l'innocenza del carnefice, la vittima carnefice, i rapporti convenzionali, e quindi noti, fra uomo e donna, quelli nascosti e striscianti, trovano in BLU un luogo in cui poter essere raccontate.

BLU è una riflessione amorale sulla violenza e sul male. La visione è però sconsigliata ad un pubblico alla ricerca di visioni consolatorie. Perché in BLU non c'è neanche una goccia di sangue, non c'è neanche un corpo nudo. L'osceno rimane, deve rimanere, fuori dalla scena.

Chi assiste allo spettacolo crede, almeno temporaneamente, di vedere una commedia di natura poliziesca. Lentamente ed inesorabilmente lo spettatore comincerà ad intuire, complice la musica di Béla Bartok, gli interventi in video, la danza, le parole ambigue, le sovrapposizioni spasmodiche dei piani di racconto, che dietro la facciata 'per bene' delle mogli vive di Barbablù si nasconde il complice prediletto di Gilles de Rais, monsieur Poitou. Dietro l'acutezza dell'imputato e la sua smorfia geniale ed ironica, si nasconde l'incarnazione del male, del potere, nella sua peggior accezione.  



 

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